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La Marruca, Paliurus spina-christi

· Natura
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La Marruca, Paliurus spina-christi

Il nome e il logo dell’associazione si riferiscono a una pianta spinosa diffusa nell’area mediterranea: la Marruca, la cui denominazione scientifica è, appunto, Paliurus spina-christi.

La pianta ha dato addirittura il nome al popolo italico dei Marrucini che, per via delle sue spine aculeate, la utilizzava per creare siepi difensive attorno ai loro insediamenti abitativi, posti solitamente sulle sommità dei colli, e per racchiudere gli animali. L’utilizzo della siepe di Marruca come stazzo è venuto meno solo pochi decenni fa con l’avvento delle reti metalliche. La Marruca in dialetto abruzzese è chiamata vecache o bocache, termine che deriva dal greco e ha proprio il significato di ferma-buoi (cfr. Manzi A., Flora popolare d'Abruzzo, Ed. Carabba, Lanciano).

Il frutto della Marruca assomiglia a un dischetto. È commestibile e ha un sapore simile alla mela. Si pensa che la forma del frutto sia stata ripresa nel pettorale difensivo che ricopriva la zona del cuore degli antichi guerrieri italici (kardiophylax) e anche per gli orecchini delle donne dell’epoca.

Il nome latino Paliurus spina-christi deriva dal fatto che i rami spinosi della Marruca furono usati per realizzare la corona di spine di Gesù Cristo. Oggi si trova soprattutto negli incolti e nelle scarpate stradali.

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